intatta meraviglia del creato,
accento acuto su tanti miei giorni.
Ho immaginato vite in cui potessi
essere tu felice, ed io con te,
indifferenti al tempo e al suo passare.
Ho rinunciato a me perchè potessi
essere il sogno tuo, senza riuscirci,
nel grigio dei miei giorni addolorati.
Certo non fui io stella e poca luce
trasmetterti potei, ma di riflesso
della tua, non avendone mia propria.
E così fu che anche tu rischiasti
di spengerti nel buio, amata stella,
tra i crampi della rabbia e dell'offesa,
per gli anni consumati, forse invano,
punendomi e togliendo la tua luce
in modo che io camminassi cieco,
inciampando e cadendo ad ogni passo,
strisciando sulla terra fino a quando,
senza sapere come io raggiunsi,
quando ero quasi morto un'altra luce,
in un paese nuovo e un emisfero
laddove la tua non si può vedere.
Ed è così che ora provo a rialzarmi,
sopravvivere a me ed al tuo ricordo,
che pur mi brucia ancora dentro il cuore.
Certo che io rimpiango la tua luce,
ma essa certo ora brilla, e bacerà
chi forse più di me ne sarà degno.