domenica 6 luglio 2008

LA CRISI


Sono il nulla che prende forma, sono
un cuore in vuoto spinto, senza luce
del suo sole che gli ha volto le spalle.
Sono la pietra dura, sono sabbia
confusa in un deserto senza fine,
mescolata dal vento, senza tregua.
Sono la pioggia che ingrassa quel fiume
che strabordando coprirà la terra,
portando paura e morte tra la gente.
Sono il sangue che scende dalle vene
tagliate, di chi soffre il mal d'amore,
e dice addio a una vita che non vuole.
Ma sono anche il sorriso di chi m'ama,
mi concede il suo tempo e i suoi pensieri
e mi riporta indietro dall'inferno.
Rimanimi vicino, dolce amore.
Dì al sole che ritorni a illuminarmi.
Ti ascolterà e io in te vivrò davvero.

4 commenti:

Kevin ha detto...

Si impara tutto, si impara anche a sanguinare.

abejandrea ha detto...

Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.

Giovanni (Teddy) ha detto...

davvero bella questa poesia di alda merini, ma mi umilia un pò il confronto coi miei modesti versi....
non riuscirò mai ad assurgere neanche alla vicinanza di tali vette.

Giovanni (Teddy) ha detto...

davvero bella questa poesia di alda merini, ma mi umilia un pò il confronto coi miei modesti versi....
non riuscirò mai ad assurgere neanche alla vicinanza di tali vette.