venerdì 18 aprile 2008

Il volo dell'ape


Di tutte le creature

che il Cielo volle darci,

alcune, più di altre,

allietano la vista.

Chi rondini, farfalle

chi il falco preferisce...

Non io, cuore malato

con esse mi rapisco.

Un'ape, nel suo volo,

invece io incontrai.

Disegnava figure,

nel volare danzava.

Per lunghi, lunghi giorni

l'anima rallegrò,

artista della vita

e musa ispiratrice,

col volo suo sensuale

danzava nel mio cuore.

Oh, se avessi capito...

e invece mi accecai,

voltandomi di lato.

Una sera andò via.

Ahi quanto piansi, e quanto

ancor ne soffro, ahimè.

E questo vecchio fiore

non ha ora più l'anello

di una vecchia promessa,

che mantener non può.

Ma solo, appassisce

e sbianca la corolla

dai petali d'amore,

con cui l'ape sfamò.

Curvo e sottile stelo

ancora lo sorregge,

ma il vento lo tortura

in continuo girare.

Chissà se questo fiore

reggerà tutto l'anno

di cui parla il poscritto

in pagina d'Amore.

O Ape, dolce amore

nella tua danza, in cielo,

pensa se rifermarti

ancora su di me.

Altri fiori più belli

ti attireranno certo,

ma forse meno cari

saranno, nel tuo cuore.

Se ancor rimane amore

tra il fiore e la sua ape,

non lo spezzino i venti,

nè il miele d'altri fiori.

Non so se per quell'anno

sopravviverò, invero.

Ci proverò, promisi

e onesto in ciò sarò,

finchè le poche forze

del gambo consumato

da infinito dolore

saranno ancora quì.

Mia ape, vero amore

se ancora in te rimane,

che importa se hai volato

ieri in un altro fiore?

Nessun commento: