martedì 6 maggio 2008

MORTE A VENEZIA


Non è un buon periodo questo.
Non tutto va male, ma molti conti non tornano e mi sento davvero stanco, insoddisfatto, triste e solo. Qualcuno sta provando ad aiutarmi e lo ringrazio, ma alcuni recenti eventi hanno nuovamente fatto peggiorare la mia condizione. Anche oggi la mattinata, oltre che stancante, non è filata per il verso giusto. Dal 22 al 24 di questo mese sarò a Venezia per una occasione di lavoro. In realtà il lavoro sarà ben poco, e perciò, nonostante la brevità del soggiorno, avrò molto tempo libero per il diporto. E' stato anche in vista di questa prospettiva che avevo accettato con un certo entusiasmo, quando l'occasione si era presentata.
Speravo a dire il vero che gli eventi sarebbero evoluti favorevolmente e avrei potuto invitare una persona a farmi compagnia.
In realtà man mano che il tempo passava questa possibilità si è resa sempre più evanescente, finché un paio di giorni fa la dura realtà si è chiarita in maniera inequivocabile.
E' così che mi trovo ad affrontare questo viaggio, da solo, allontanandomi dalle poche persone che mi sono rimaste vicine in questo periodo di travaglio...
Tutto assume connotazioni abbastanza inquietanti, pensieri strani si affollano nella mente ormai stanca e sfiduciata. Sono pensieri che non avevo mai avuto, che non pensavo mi appartenessero.... pensieri negativi sul presente e sul futuro, sul significato e lo scopo della vita, sulla vacuità e incapacità di soddisfarmi dei miei attuali progetti di vita, su ciò che realmente desidero e che non posso avere....
E mi ritrovo nella condizione non consueta di aver paura, molta paura, e di potermi trovare ad avere questa paura, senza avere nessuno che mi aiuti, proprio nel momento in cui ne avrò più bisogno....



MORTE A VENEZIA
Mi vedo solo in questa città vecchia
a girar senza meta e senza idea,
perso nei miei pensieri, come perso
sono per queste vie che non conosco.
Non c'è romanticismo che mi prenda
cerco di rifuggire quei pensieri
un tempo dolci, ora soltanto tristi
e disperati, perché non avrò
chi più desideravo, e non mi resta
che languire, soffrire ed invidiare.
Hanno uno strano fascino i canali
che vedo attorno a me, questo mi inquieta:
sento come il richiamo di quell'acqua,
quasi possa lavare via le lacrime
che annegano il mio cuore già da tempo.
Riuscirò a star lontano da un abisso
meno profondo del vuoto interiore
e forse meno duro da affrontare?
O mi concederò alla sua pace
trattenendo il respiro quanto posso,
soffrendo giusto un poco, poi più nulla?

2 commenti:

Kevin ha detto...

Quando ti verrà voglia di piangere, chiamami, non prometto di farti ridere ma, sicuramente piangerò con te.

Giovanni (Teddy) ha detto...

Grazie amico
So che mi sei vicino, e so anche che hai conosciuto esperienze simili alle mie.
Sei molto gentile a offrirmi il tuo conforto.